Green Peaple
Scuola Holden
Short Stories
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Il giorno prima che si compisse il suo destino, Ipazia uscì dal Museo a tarda sera e, con il favore del buio, si diresse alla spiaggia. Portava con sé tutti i fogli di papiro che era riuscita a trovare, raccolti in una cesta che ora, appoggiata al suo fianco, dondolava lentamente. Camminò a lungo seguendo il litorale, lasciandosi guidare da un sussurro lontano, che sembrava chiamarla. Quando il mare le entrò nelle ossa, si fermò e depose la cesta sulla sabbia. Il cielo era chiaro e innumerevoli stelle la interrogavano con la loro luce segreta. Ipazia sedette con la cesta tra le gambe e, carezzando la carta fibrosa, sorrise alla volta celeste. Sfogliò per l’ultima volta le parole che lei stessa aveva scritto, poi si alzò e andò in cerca di legna. Riuscì a trovare soltanto qualche ramoscello avvizzito e allora fu costretta a usare la cesta. La svuotò e assicurò i papiri sotto un grosso sasso, affinché non volassero via. Accese un piccolo fuoco e aspettò che le fiamme si rinsaldassero. Poi prese i fogli e, uno per uno, iniziò a bruciarli. Passeggiava in circolo, e mentre sacrificava il lavoro di una vita cantava con le labbra parole nuove; non avrebbe saputo dire per chi, o per cosa. Quando ebbe finito si fermò a contemplare la colonnina di fumo che si alzava dal fuoco e si spargeva alla brezza, colta all’improvviso da un capogiro leggero. Si immaginò che le sue opere esalassero dalla carta bruciata come fragranze e che attraversando l’intero universo giungessero a un altro mondo, a un’altra Terra in cui una donna, che forse stava dormendo, le avrebbe respirate nel sonno e si sarebbe svegliata sapendo cose che prima non sapeva, chiedendosi da dove erano venute. Ipazia guardò di nuovo il cielo, continuando a sorridere, e fece per incamminarsi verso il Museo. A un certo punto si fermò e tornò indietro. Scaldandosi alle braci si spogliò e prese un pezzetto di carbone. Iniziò a segnare sul corpo il riassunto dei suoi studi, su un braccio una formula matematica, sull’altro i nomi dei suoi maestri e dei suoi allievi, citazioni e frasi spezzate sulle gambe, pensieri filosofici, e ancora simboli sui seni, simboli sulla pancia e sul ventre, per finire a strofinarsi le mani col carbone fino a farle diventare nere e ad abbracciarsi da sola, disegnandosi sulla schiena un paio di ali grigiastre. Si rivestì facendo attenzione a non cancellare nulla e si avviò, finalmente, verso casa; quando il giorno dopo l’avrebbero spogliata e uccisa, non l’avrebbero trovata nuda.
La Scuola Holden è nata a Torino nel 1994 e da più di 25 anni insegna a raccontare storie. È anche una fabbrica di progetti narrativi: per Green Pea, alcuni diplomati della Scuola hanno scritto 65 racconti e selezionato 70 citazioni di filosofi classici e moderni da regalare agli ospiti di Otium.